Avete mai visto un coccodrillo imbalsamato appeso alla navata di una chiesa? Il mondo è pieno di cose strane, si sa, ma questa mi ha lasciata proprio di stucco! Se siete in cerca di una meta ricca di spunti insoliti per una gita del weekend (tra cui una chiesa con un coccodrillo!), allora il borgo di Grazie fa proprio al caso vostro! Un’anticipazione di quello che troverete? Le testimonianze di un’antica tradizione legata ai madonnari (gli artisti del gessetto), una distesa di ninfee che vi farà credere di essere in un quadro di Monet e…ovviamente il coccodrillo appeso nella chiesa! Il nostro reginetto delle stranezze 🙂
Sono Sara, una viaggiatrice rock’n’roll.
Viaggiare non è il mio lavoro ma è la mia passione, motivo per cui negli anni ho imparato a ottimizzare il tempo e, soprattutto, a “moltiplicare” le mie ferie, per riuscire a viaggiare tantissimo nonostante il mio lavoro full-time.
Dimmi quante ferie hai e ti dirò che viaggi fare: in questo blog troverete tanti suggerimenti:
- idee di viaggio per le vostre mega ferie (estive / natalizie)
- idee per viaggetti legati a ponti o festività
- tantissime idee per i vostri weekend
Seguitemi sulla mia pagina Instagram per il “Friday I’m In Love”: ogni venerdì idee per le vostre gite del weekend, sia in Italia che all’estero.
Correte a scoprirli!
Grazie e il suo coccodrillo: il mio consiglio musicale
Prima di raccontarvi dell’assurdo borgo di Grazie e del suo povero coccodrillo, vi lascio un consiglio musicale che potrà accompagnarvi durante la lettura: si tratta di una canzone di Samuele Bersani che trovo particolarmente adatta a questo articolo! 🙂
Enjoy!!!
Weekend nel Parco del Mincio: il borgo di Grazie e il suo coccodrillo
Era uno strano weekend sverso: tempo grigio, umore un po’ come il tempo. Quindi, che fare?
L’umore non predisponeva ad intraprendere una gita troppo impegnativa, per cui ho deciso di non allontanarmi troppo e fare una mini-gita nei paraggi della mia “casa base” (che in quel momento era la provincia di Reggio Emilia al confine col mantovano).
La mia prima tappa è stata Rivalta sul Mincio ed è stato proprio così che, lungo la strada, ho adocchiato il cartello di Grazie.
La loro è un’ottima strategia di marketing, va detto! Lungo la strada principale, a lato, è impossibile non notare un bel cartello che cita “GRAZIE – i borghi più belli d’Italia”
Super acchiappone e infatti io sono stata ingaggiata in tre due uno. 🙂
“I Borghi più belli d’Italia”: di che si tratta?
..questa cosa forse sta sfuggendo un filino di mano perché ormai quasi OGNI borgo è nella lista dei borghi più belli d’Italia! 🙂
Scherzi a parte, io che sono borgo-lover, apprezzo e sono ben contenta di scoprirne sempre di più.
“I Borghi più belli d’Italia“ è un’associazione privata che, come dice il nome stesso, si occupa di promuovere piccoli centri abitati sparsi in tutta Italia (quelli che decidono di fare parte dell’associazione).
Lo scopo è quello di promuovere il turismo verso questi piccoli borghi, contribuire alla loro conservazione e rivitalizzazione.
Il gruppo dei borghi facenti parte della cricca si sta via via allargando, tanto che ad oggi l’associazione ne comprende ben 329 (aggiornamento 2022).
Cosa vedere nel borgo di Grazie?
- il Santuario della Beata Maria Vergine delle Grazie
- il fiume Mincio e le ninfee
- la piazzetta del borgo
- il Museo dei Madonnari
- una passeggiata tra le vie del borgo
Il Santuario della Beata Maria Vergine delle Grazie
La cosa principale da vedere a Grazie è il suo bellissimo santuario.
Il borgo di Grazie nacque e si sviluppò proprio a partire dal santuario della Beata Maria Vergine delle Grazie. Si tratta di un santuario in stile gotico, che si affaccia sulla piazzetta della città e che è costeggiato da un piccolo parco affacciato sul Mincio.
Entrando, rimarrete affascinati dalla marea di statue collocate nelle nicchie della chiesa: si tratta di manichini in cartapesta, legno e cera rivestiti con le loro armature.
Ma onestamente è un’altra la cosa che mi ha colpito di più!
Immaginate la scena.
Entro nel santuario e inizio a guardarmi intorno, ammaliata dalle statue, poi alzo lo sguardo e….
MA SCUSA, MA QUELLO LASSÙ È UN COCCODRILLO?!?
Perché è appeso il coccodrillo nel santuario di Grazie?
Ma cosa ci fa un coccodrillo incatenato e appeso al centro della navata della chiesa?!? E non si tratta di un modellino ma di un vero e proprio coccodrillo del Nilo imbalsamato! Questa proprio non me l’aspettavo! 🙂
Tornata a casa mi sono informata leggendo un po’ in giro ma, a quanto pare, non si sa bene da dove arrivi questo coccodrillo..
Ci sono diverse leggende in merito.
- Leggenda numero 1
Pare che, ai tempi, i Gonzaga avessero una sorta di zoo personale e che il coccodrillo ne facesse parte.
Far parte di questo zoo non gli piaceva particolarmente perciò iniziò a pianificare un’evasione.
Un giorno beccò i Gonzaga in un momento di distrazione e riuscì a scappare.. evasione riuscita!!!
Una libertà che duro quanto un gatto sull’Aurelia a quanto pare. Oggi il coccodrillo sta ancora lì appeso a ricordare che “NO! Da qui non si scappa!”
- Leggenda numero 2
Pare che il coccodrillo fosse un dono esotico regalato ai frati del Santuario per aiutarli ad incuriosire e attirare i fedeli. Una sorta di strategia di marketing dei tempi antichi. 🙂
- Leggenda numero 3
Pare che il coccodrillo fosse una sorta di biglietto da visita dei monaci che volevano mostrare a tutti quanto fossero bravi a mummificare gli animali.
Era il loro modo alternativo per ricordare ai frequentatori della chiesa le loro abilità. Non solo erano bravi a mummificare, erano anche dei fenomeni a confezionare preparati farmaceutici a base di prodotti naturali.
Mettere in mostra il coccodrillo era un modo subdolo per mettere in mostra il loro curriculum e raccattare più clienti.
- Leggenda numero 4
C’erano una volta due fratelli barcaioli che stavano riposando sulla sponda del Mincio quando uno dei due venne assalito da un coccodrillo.
L’altro fratello chiese un aiuto divino e riuscì a farsi ascoltare. Il Grande Boss gli fece apparire un coltellaccio per uccidere il coccodrillo. Quando si dice “salvi per miracolo”!
Il fiume Mincio e le ninfee
Proprio di fianco al Santuario, troverete un brevissimo percorso che vi condurrà sulle sponde del Mincio.
Due particolarità su questo posto:
- tra i canneti nidificano varie specie di uccelli: martin pescatore, cigno reale, aironi di vario tipo (rosso, cenerino..)
- vi sentirete come se foste in quadro di Monet o in Giappone. Perché? Qui spopolano le ninfee!
Troverete enormi distese di fiori di loto che rendono il paesaggio davvero molto bello!
Nelle Valli del Mincio vengono organizzate anche escursioni di navigazione sul fiume. Un’opzione da valutare soprattutto in estate, quando si ha il periodo di fioritura dei fiori di loto (luglio – agosto).
La piazzetta del borgo
Questo borgo porta avanti una affascinante tradizione che si ripete ogni anno dal 1973 ovvero l’Incontro Nazionale dei Madonnari.
Ogni anno, a Ferragosto, gli artisti girovaghi chiamati “madonnari” disegnano con gessetti colorati immagini e quadri di ispirazione religiosa, sull’asfalto del piazzale antistante alla chiesa.
Le opere ovviamente restano lì, esposte alle intemperie che le fanno via via svanire. Verso fine settembre erano in parte ancora visibili.
Il Museo dei Madonnari
Il Museo dei Madonnari si trova nella piazzetta Madonna della Neve, non distante dal santuario. Lo troverete aperto il sabato e la domenica.
Troverete testimonianze foto e video dei concorsi svoltisi a Grazie dal 1973, spiegazioni sulle tecniche pittoriche usate dai madonnari e e le opere dei grandi artisti del gessetto.
Una passeggiata tra le vie del borgo
Il borgo è davvero piccolo e si gira in un attimo.
Troverete svariate opere anche lungo le viuzze. Non solo! Ho trovato anche un murales che raffigura un coccodrillo…che sia proprio quello dei Gonzaga?!?
Grazie: weekend con il coccodrillo
Grazie è una meta molto carina per una gita del weekend nel Mantovano: piccola ma ricca di spunti interessanti.
Se siete in cerca di altre idee per le vostre gita fuori porta, ricordatevi che nella sezione “weekend” del blog ne potrete trovare tante altre! 🙂
Sara, viaggiatrice rockettara. Ho iniziato a viaggiare (in)seguendo i Pearl Jam in tour e poi non ho più smesso.. “before her first step, she’s off again”! Lavoratrice dipendente e viaggiatrice seriale, ho imparato a sfruttare al massimo il mio tempo libero perché il punto non è quante ferie hai ma come le usi!! DIMMI QUANTE FERIE HAI E TI DIRÒ CHE VIAGGI FARE! 🙂
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